Presentazione del
Centro Psicoanalitico di Pavia
A cura di Fulvio Mazzacane e Maurizio Collovà, Revisione e integrazioni di Giovanni G Stella
Istituito nell’aprile del 2011, il Centro Psicoanalitico di Pavia (CPdP) è oggi il penultimo
nato dei tredici Centri della Società Psicoanalitica Italiana (SPI) distribuiti lungo tutta la
penisola. Il Centro ha per finalità la ricerca, lo sviluppo e la diffusione della psicoanalisi, e
fa parte dell’International Psychoanalytic Association (IPA). I suoi soci sono membri della
SPI e dell’IPA.
Il nostro Centro ha la caratteristica di trovarsi in una città medio piccola di circa 80000
abitanti ma dalle antiche e ben note tradizioni universitarie e mediche. Con i suoi attuali
diciotto psicoanalisti residenti, Pavia, in relazione al numero di abitanti, rappresenta la città
italiana dove la psicoanalisi è maggiormente rappresentata. Una sorta di piccola Buenos Aires.
La storia psicoanalitica pavese inizia con l’arrivo a Pavia nel 1970 di Dario De Martis, allora
professore ordinario di Psichiatria e del suo aiuto, Fausto Petrella.
De Martis fu il primo ordinario di psichiatria in Italia a essere anche uno psicoanalista della Società
Psicoanalitica Italiana. Progressivamente, un certo numero di giovani medici e psicologi
provenienti da tutta l’Italia, furono attratti dalle novità clinico-terapeutiche dell’insegnamento
psichiatrico che avveniva a Pavia e dalle inedite aperture prodotte dalla psicoanalisi nella
comprensione delle patologie più gravi come le psicosi e comunque di una diversa
considerazione data alle patologie psichiatriche che privilegiava lo sguardo alla soggettività
del paziente come persona prima ancora che alla diagnosi considerata spersonalizzante
se pur riconosciuta nella sua utilità. La tradizione universitaria inaugurata da De Martis è proseguita con i suoi successori Petrella, Barale, Politi, Caverzasi, e perdura ancor oggi grazie all’impegno di “giovani” soci di entrambi i sessi nell’insegnamento dell’arte medica, con particolare riferimento alla psichiatria. Un’isola relativamente felice nell’imperante mainstream biologistica.

Un altro elemento che ha contribuito alla nascita del Centro Psicoanalitico di Pavia è stata
l’attività di un gruppo di psicoanalisti che si è formato intorno ad Antonino Ferro ( e a Michele Bezoari)che aveva
messo al centro della propria ricerca gli sviluppi del pensiero di Wilfred Rupert Bion. Questo gruppo ha iniziato
a lavorare nel 2005 e ha prodotto cinque volumi collettanei (di cui due tradotti e pubblicati da
Routledge). Oggi il gruppo ha aperto importanti sviluppi in quella che ha preso il nome di
Teoria post. bioniana del Campo.
La nascita del Centro è maturata come punto di arrivo del processo di crescita del gruppo
pavese, che mantiene comunque stretti contatti col Centro Psicoanalitico di Milano, di cui può
definirsi una gemmazione, e con tutte le strutture della SPI. Questo piccolo centro ha avuto fra le sue fila ben due Presidenti della Società Psicoanalitica Italiana (Fausto Petrella e Antonino Ferro), un
Direttore della Rivista di Psicoanalisi (Giuseppe Civitarese) e una serie di professionisti di
riconosciuto prestigio nazionale e internazionale. Che Bolognini chiamava con rispettosa ironia i “colonnelli”: ufficiali dello stato maggiore, maturi e pronti al comando. Questa particolare maturità e creatività del gruppo è un elemento abbastanza distintivo del modello pavese che merita di sopravvivere.
Il Centro, dopo un primo periodo in cui ha usufruito dell’ospitalità del Collegio Universitario
S. Caterina, ha costituito la sua sede a Pavia in via Frank 11, una sede in grado di ospitare fino a 50
persone, dotata di una biblioteca, intitolata alla memoria di Dario De Martis, che ha potuto
costituirsi grazie alle generose donazioni di diversi colleghi, SPI e non – SPI.
Il CPdP conta al momento 45 iscritti di cui 22 soci di prima iscrizione, 23 dual members (tra
cui la colonna parigina Beatrice Ithier) e 10 candidati della Sezione Milanese
dell’Istituto Nazionale di Training. E’ quindi, paragonato agli altri centri della SPI, un Centro medio con una stabile tendenza a crescere.
Il gruppo che si è venuto costituendo è eterogeneo per la provenienza geografica disparata dei
soci, legata all’impronta universitaria originaria, eterogeneità che si è accentuata grazie alla
ampia presenza di dual members vale a dire di soci di altri centri non residenti a Pavia che chiedono di poter prendere parte e di contribuire attivamente, se lo desiderano, alla vita sociale del Centro. L’apporto di colleghi di provenienze geografiche, storiche e culturali svariate è un punto di forza particolare del centro e facilita le necessarie ibridazioni e contaminazioni a livello teorico e clinico.
I colleghi non residenti a Pavia possono accedere ai “Seminari Scientifici del Martedì” grazie
al fatto che il CPdP si è dotato, primo in Italia, di un sistema di video-conferenza che consente
a tutti di poter seguire i seminari e intervenire in diretta. Ferma restando l’importanza della presenza, anche corporea dei consoci. Simboleggiata forse da un nuovo acquisto, frutto di una generosa donazione privata: il bel tavolo da pranzo di Cesare Musatti, restaurato a cura di Giovanni Foresti, che troneggia nella biblioteca.
Il Centro Psicoanalitico di Pavia ha tra i suoi obiettivi i rapporti di collaborazione con gli altri
centri italiani, anche con questo sito. Sono inoltre ritenuti fondamentali e in pieno sviluppo gli scambi con la
psicoanalisi internazionale.
Il CPdP ha iniziato l’attività nell’Aprile 2011 ed è stato inaugurato ufficialmente nel marzo
2013 con un convegno nazionale dal titolo “Narrazioni psicoanalitiche delle crisi:
descrizione, racconto, risoluzione” cui è seguito, nel 2015 un secondo convegno dal titolo
“Gli strumenti della cura in Psicoanalisi e Psicoterapia”. e un terzo convegno nel 2019, che
ha avuto come titolo “Il gioco nella clinica: bambino, adolescente, adulti”.
Un quarto convegno con il titolo “Il <<cinema mentale>> una regia di immagini in perenne attività” , ha cercato di fare il punto sul tema del rapporto fra reale e virtuale, la difficoltà a distinguere, nonostante tutto, fra questi domini, e la problematicità di un certo modo troppo concreto di pensare al “reale”, senza problematizzarlo.
Il quinto convegno, Contengo moltitudini, nel 2023 ha avuto per tema la gruppalità nella cura psicoanalitica. A coronamento di una ricca serie di relazioni, il contributo di Jay Greenberg, presente in sala ad onorare il decimo anniversario della nascita del Centro, che non aveva potuto essere celebrato per gli effetti dell’epidemia da Covid. Stesso titolo del Convegno, l’ultima pubblicazione del Centro, per Mimesis, in corso di traduzione in francese (per Itaca) e in inglese (per Routledge).
I temi affrontati nei convegni finora organizzati costituiscono già una carta d’identità: l’interesse all’ analisi come narrazione e come cura (che fa venire in mente un bel lavoro di Ferro: la psicoanalisi come letteratura e come terapia). Come clinica del gioco e del sogno: fra Winnicott e Bion. Il gruppo e la mente come gruppo, nel solco della tradizione bioniana (non solo, anche della linea di ricerca Tavistock).
L’attività del Centro si sviluppa attraverso i Seminari del Martedì riservati ai soci e candidati
e alla discussione delle loro ricerche che, negli anni hanno ospitato anche colleghi di diversa
nazionalità tra cui Jay Greenberg, (del William Alanson White Institute) e Howard Levine (fondatore del Boston Group) . Negli ultimi anni l’Esecutivo, attraverso una accurata scelta del Programma Scientifico, ha voluto pensarsi anche come luogo di studio oltre che di ricerca, includendo stabilmente dei seminari dedicati allo studio del pensiero di autori internazionali , non necessariamente appartenenti alle file neobioniane, e a concetti fondamentali o innovativi della psicoanalisi. Lo studio di alcuni concetti, ad esempio quello di controtransfert è anche al centro del lavoro di gruppi di soci che lo hanno portato avanti (nel caso specifico un gruppo coordinato da Michele Bezoari )
L’esecutivo in carica, ha cominciato ad organizzare anche serate aperte a un certo numero di non soci selezionati, e condotte da non soci che portino al Centro la voce di altre discipline: antropologia, economia politica ecc. Questo nuovo contenitore sperimentale ha per nome una sigla onomatopeica e latina, “nsose” ,che allude sia alla locuzione latina non solum sed etiam, sia alla nostra condizione auspicabile di “non sapere” e di “dubbio”: non so se so. Non so se mi interessa.
Accanto al nuovo contenitore sperimentale, l’esecutivo in carica , ha ripreso la tradizione della presentazione di libri “al centro”, in date spesso diverse dai martedì, riservati come detto ai seminari interni. Libri scritti da soci, del Centro e di altri Centri. Aperti anche a un certo numero di non soci.
Dal 2013 vengono organizzati i Seminari Aperti, sei incontri annuali tenuti da psicoanalisti
pavesi e di altri Centri della SPI su temi teorico-clinici, aperti alla partecipazione di
psicoterapeuti, neuropsichiatri infantili e psichiatri, studenti della laurea magistrale in
Psicologia. Dal 2024, i Seminari Aperti, sono diventati, Seminari Multipli, sul modello bolognese.
Sono inoltre attivi alcuni gruppi di ricerca e di studio: un gruppo di ricerca concettuale sul
Controtransfert il cui referente è Michele Bezoari; un gruppo sulle specificità delle terapie con
gli adolescenti i cui referenti sono Angelo Moroni e Fabrizio Pavone; un gruppo di lettura e
discussione clinico/teoriche in lingua inglese (il cui referente attuale è Davide Rosso) con Gillian Jarvis (insegnante madrelingua),. Tale gruppo ha lo scopo di favorire e accrescere la capacità dei soci di intervenire nei dibattiti nelle sedi internazionali e di incentivarne la partecipazione; un gruppo di studio sul pensiero di Bion, attraverso letture in comune e minicongressi, in collaborazione con colleghi del Centro Veneto di Psicoanalisi e del Centro di Psicoanalisi Romano, coordinati localmente da Fulvio Mazzacane, già Presidente del Centro.
Dal 2017 il CPdP, in collaborazione con la Fondazione Teatro Fraschini ,ha fornito per alcuni anni il proprio
contributo alla rassegna, purtroppo conclusa, “Sguardi puri” , una rassegna cinematografica caratterizzata dalla presenza di psicoanalisti con la passione del cinema e la funzione di commentatori e di facilitatori del dibattito fra fruitori in sala. In sinergia con analoghe iniziative nazionali e in altri centri. Il referente di queste iniziative è stato Angelo Moroni (storico responsabile del sito ).
L’attuale direttivo locale è costituito da Giovanni Battista Foresti (Presidente), Giovanni Guido Stella(Segretario Scientifico), Federica Recchia(Segretario Amministrativo), Davide Broglia (Tesoriere),
Patrizia, Patti Santinon (Consigliere), ancora Davide Broglia(Responsabile Centro di Consultazione), Roberta Di Nardo (Responsabile b/a). Il responsabile del sito e dei social web del Centro è ancora Giovanni Stella, coadiuvato da Patti Santinon. Il direttivo attuale, portando avanti una tradizione inaugurata dal direttivo precedente (Mazzacane/Gallo/Stella/Lorusso/Berlincioni) si avvale della collaborazione di numerosi soci e candidati, nella cornice di gruppi di lavoro che favoriscono la costruzione dell’attività scientifica, culturale e editoriale del Centro.